At óru tali (secondo il nostro computo) specifica la frase chiave di Ari fróði Þorgilsson nello Íslendingabók, quando descrive alcuni passaggi fondamentali delle norme islandesi.

L’anno Islandese delle origini, risultava un po’ diverso rispetto a quello solare, come misura dell’intervallo tra due successive occorrenze dell’equinozio di primavera (30 gg in 25 anni). 

L’anno veniva diviso in due misserie: estate e inverno.

L’importanza dei misseri è dimostrata dal fatto che il calendario è chiamato misseristico in islandese. 

Questo consisteva inizialmente in un anno di 364 giorni (= 52 settimane) senza intercalazione:  “Gli uomini più saggi di questo paese avevano calcolato 364 giorni in due misserie, ovvero 52 settimane o 12 mesi, ciascuna di 30 notti, e 4 giorni in più”. 

Quello che ne venne fuori da queste fonti, fu il così detto l’anno di Surtr che modifiò la vita degli islandesi per lungo periodo.

Abbiamo le relazioni con i Jötnar proprio nella conformità della Laxdæla Saga, dove un certo Þorsteinn detto (Surtr) e Þorkell Máni, anche lui un lögsögumaðr, hanno forgiato le lögsögumenn (leggi della roccia (Trölls)), poco prima del 970. 

pl. lögsögumenn, islandese: lög(sögu)maður; antico svedese: laghmaþer o laghman; svedese: lagman; norvegese: lagmann

Surtr propose di prolungare di una settimana l’estate (sumarauki) dapprima ogni anno poi, ogni settimo anno, in corrispondenza del miðsummar.

Consacrando quel periodo, soprattutto per gli Islandesi, al NERO. 

Ripercorrendo la vita del così detto “Surtiano”, e di altri della piana di Reykjavik dove si legiferava, possiamo comprendere del perché quell’appellativo, e la cosa non ci stupisce affatto anzi, sarà duro peso per chi ha sempre deriso e limitato alle Deità del consueto Pantheon l’importanza della Matrice nordica.

Si crearono durante questo periodo delle aggiunte chiamate auknœtr, notti di aggiunta, perfette per la pratica Vanatrú (attuale che ripercorre la ritualità in pieno Forn Siðr). 

Cosa veniva svolto in queste notti, viene riproposto dal Vanatrú Italia e rimane segreto ai più, ad uso esclusivo dei seminaristi. La glorificazione a Surtr sarà la base dell’evoluzione, come il folk della zona di Löberg che domina Þingvöll mostra.

Le grafie di alcune ruote e di “strani” processi stagionali, li abbiamo anche sulla riproduzione dei reperti votivi proto-indo, prodotti della cultura Trypillian.

Dove le ruote ed il repertorio grafico hanno una connotazione estiva continuativa e prolungata che riconduce al procedimento Surtriano di calcolo solari e lunari (in qualità di Jötnar) soprattutto nei movimenti delle grafia precedentemente esaminata da noi.

Per approfondimenti: 

Laugrith Heid, La Stregoneria dei Vani, Anaelsas edizioni.

Laugrith Heid, Kindirúnar, Le Rune della Stirpe, Il Grimorio Necromantico, Anaelsas edizioni.

Laugrith Heid, Rún i tre aspetti di una Runa, Anaelsas Edizioni.

*Gli “share” senza citazione della fonte sono elemento di querela poiché si ledono gli elementi del copyright sanciti dalla legge italiana*

Ylenia Oliverio
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Fondatrice e docente dell'Accademia Vanatrú Italia.

Laureata in Filosofia e Storia, Master post Laurea in Beni Archeologici, Master in Preserving and Increasing Value of Cultural Heritage, conseguito a Roskilde (Copenaghen), ulteriore integramento post Laurea
in Scienza dei beni Archeologici.

Archeologo da oltre 13 anni, specializzata in scavo dei cantieri urbani, ha incentrato la sua attenzione verso i culti dell’Europa del Nord e dell'Euroasia durante la sua permanenza nel Canton Ticino per stages formativi al Centro Studi Internazionali Luganesi.

Svolge attività di formazione e informazione, in Italia e in Europa, per la promozione, divulgazione e rivalutazione del Culto Vanico, del Paganesimo puro e degli Antichi Culti dell’Europa ed Euroasia.

Il primo incontro con la Stregoneria Tradizionale è avvenuto nel 1990.

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