Tökk

Tökk  è una gigantessa nella mitologia norrena che si rifiuta di piangere per il defunto Baldr, costringendolo a rimanere da Hel.

Dopo che Baldr fu ucciso, Hermóðr cavalcò verso Hel, chiedendo alla stessa la possibilità di far tornare Baldr.

La Signora dei morti accetta, ma afferma che sarebbe tornato ai vivi solo se tutte le cose del mondo avessero pianto per lui. 

Quindi gli Æsir mandarono i messaggeri ovunque, e tutti piansero. Ma tornando a casa, trovarono in una certa grotta una Gýgr chiamata Tökk, che si rifiutò di piangere.

La stessa disse:

Tökk piangerà
lacrime senz’acqua
Sulla pira di Baldr;
Nè vivo nè morto,
Non amavo il figlio del Karl;
Lasciate ad
 Hel ciò che ha!  (haldi Hel því, er hefir.)

EGli Æsir tutti ritennero che la gigantessa era Loki.

«Figlio del karl»: Karl in norreno è uomo libero, proprietario terriero; è evidente che tale termine sia riferito ad Odino.

Tökk: termine derivato dall’old Norse con significato : “Grazie!”. Questo da seguito al termine moderno (con modificazioni ortografiche) Takk che significa appunto “Grazie!”.

Cosa sia nascosto dal nome rimane un mistero. Ma ovviamente i “ringraziamenti” sono correlati all’atto del dispetto di Loki che, diventa parte essenziale per gettare le basi dei ragnarök evoluti nella storia del mito e della Tradizione.

Dal Gylfaginning (49)

Il termine è composto da Ragna, che sarebbe genitivo plurale di Regin (Divini con poteri Riorganizzati) ed il plurale neutro Rök (fato/destino/meraviglie), poi confuso con røkkr (crepuscolo).

Il termine probabilmente più antico è ragnarök / ragnarǫk, che significa “fato degli dèi”. Ragnarøkkr significa invece crepuscolo degli dèi, (denominazione più celebre dovuta all’opera di R. Wagner (Götterdämmerung).

Gli storici hanno corretto quest’ultima traduzione in “giudizio delle potenze“.

La totale o parziale assenza di paralleli escatologici nelle altre mitologie europee, ovvero la mancanza di narrazioni sulla fine del mondo, ha portato diversi studiosi ad ipotizzare una sorta di plagio da parte degli stessi cristiani, che dai “giudizi dei nostri Divini” hanno estratto la propria Apocalisse, sporcando nuovamente la nostra tradizione e creando nei nuovi etheni la paura ed il disprezzo dei Ragnarök, dimenticando la necessaria (vedi Tökk) valenza necromantica dei processi di Vita/Morte/Rinascita.

L’uomo non può e non deve ostentare la potenza di chi ha l’essenza dei Ragnarök (Lasciate ad Hel ciò che ha! )

[…] haldi Hel því, er hefir.

 

** Foto estratte dal manoscritto islandese del 1680. Ora affidato all’istituto Árni Magnússon di Reykjavik. Contiene 13 pagine con 23 illustrazioni alla mitologia norrena. “Edda oblongata” così definita.

 

 

 

Per approfondimenti: 

Laugrith Heid, La Stregoneria dei Vani, Anaelsas edizioni.

Laugrith Heid, Kindirúnar, Le Rune della Stirpe, Il Grimorio Necromantico, Anaelsas edizioni.

Laugrith Heid, Rún i tre aspetti di una Runa, Anaelsas Edizioni.

 

 

 

*Gli “share” senza citazione della fonte sono elemento di querela poiché si ledono gli elementi del copyright sanciti dalla legge italiana*

Ylenia Oliverio
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Fondatrice e docente dell'Accademia Vanatrú Italia.

Laureata in Filosofia e Storia, Master post Laurea in Beni Archeologici, Master in Preserving and Increasing Value of Cultural Heritage, conseguito a Roskilde (Copenaghen), ulteriore integramento post Laurea
in Scienza dei beni Archeologici.

Archeologo da oltre 13 anni, specializzata in scavo dei cantieri urbani, ha incentrato la sua attenzione verso i culti dell’Europa del Nord e dell'Euroasia durante la sua permanenza nel Canton Ticino per stages formativi al Centro Studi Internazionali Luganesi.

Svolge attività di formazione e informazione, in Italia e in Europa, per la promozione, divulgazione e rivalutazione del Culto Vanico, del Paganesimo puro e degli Antichi Culti dell’Europa ed Euroasia.

Il primo incontro con la Stregoneria Tradizionale è avvenuto nel 1990.

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