La nave-serpente e i 13 spiriti: un viaggio ciclico

Illustrazione a cura di Arjen Lantis.

Sono molte le affascinanti testimonianze artistiche che sono giunte fino a noi attraverso i millenni. Tra queste troviamo le incisioni rupestri di Tanum (Svezia), risalenti all’età del Ferro e del Bronzo. Questi petroglifi (al sing. petroglifo – comp. di petro- e il gr. glyphé ‘ intaglio’), rappresentano soggetti di natura varia: esseri umani, animali, imbarcazioni, scene di vita quotidiana ma anche momenti magico-sacrali.

Nella raffigurazione del petroglifo in esame, si notano subito due elementi precisi: una nave con un equipaggio di 13 elementi. Tra questi ultimi, è quasi palese l’esistenza di una certa “ineguaglianza sociale“. Infatti, solo una caratteristica spicca maggiormente tra le figure: i “ leader” o capi dotati di corna. Nel centro della nave, invece, abbiamo il resto dell’equipaggio, di dimensioni volutamente inferiori e dalla forma pressoché identica. Come forse già saprete, nel linguaggio dei segni figurativi, ogni parte dell’immagine rappresenta una parola o una frase, perciò, per questioni logico-organizzative e di comprensione, andiamo a “ scomporre” e analizzare il petroglifo in sotto-categorie tematiche riferite agli elementi singoli.

La nave

Il corpo della nave è composto da un lungo rettangolo posizionato orizzontalmente, che si contrappone ai piccoli rettangoli verticali che rappresentano l’equipaggio. L’imbarcazione assume la forma di un serpente, e questo ci apre lo scenario su diversi significati e associazioni. Innanzitutto, si tratta di un simbolo che esprime movimento, legato al mondo della Terra, nel quale vive e si muove (e nelle cui viscere spesso cerca dimora scavando). Il serpente è anche associato all’acqua, poiché incarna l’energia vitale (acqua = vita) che scorre sinuosa e “fluisce“.

La nave “contiene” l’equipaggio, come se fosse un recipiente, e conduce gli spiriti nel viaggio: questo succedeva, all’atto pratico, con le navi funerarie che appunto accompagnavano i defunti nel viaggio verso l’oltretomba. Sotto di essa c’è un largo spazio che rappresenta il mondo sotterraneo, difatti è per mezzo dell’acqua che vi si può accedere: probabilmente proprio per la caratteristica tipica di fluidità della stessa; anticamente si credeva che fosse il serpente a trasportare gli spiriti dei morti nell’aldilà attraverso un flusso acquatico.

Inoltre, un aspetto fondamentale di questo animale è la sua forte valenza rigenerativa: questo perché periodicamente cambia pelle con la ‘muta’, e segue dei ritmi naturali che lo portano ad avere un’esistenza ciclica (fasi di latenza invernale/muta). Per i motivi sopracitati possiamo affermare che il serpente è un simbolo fortemente femminile. Secondo l’archeologo Richey, sono molti gli elementi di questa raffigurazione che si collegano al tema del viaggio e sopratutto del movimento, del dinamismo: pensiamo, per esempio, al modo con cui il “corpo“ del serpente tende ad assumere la forma di una gamba e di un piede (come possiamo vedere nella parte iniziale). Ci ricorda inoltre come sia importante tenere in conto che il lato sinistro e quello destro dell’incisore, rappresentano rispettivamente l’Est e l’Ovest. Questo potrebbe farci capire il motivo per il quale la nave presenta due teste di serpente: come se fosse la stessa che effettuata un percorso e che quindi si trova ad Est nel momento della ‘ partenza’ e ad Ovest nel momento dell’arrivo , ovvero il raggiungimento della destinazione.
La testa più grande si trova a Est e presenta una differenza rispetto all’altra, ovvero al suo interno ha un buco; questo lo si può interpretare come un’entrata, un “portale“.

Non a caso, il corpo del serpente unisce le due teste, come se diventasse un tunnel o una sorta di ‘cunicolo’ di congiunzione. Le corna dell’animale lo mettono sullo stesso piano dei due leader con le corna, e, al contempo, su un gradino “sociale” superiore rispetto al restante equipaggio: è per questo che abbiamo parlato di ineguaglianza sociale all’inizio. Diversa è la conformazione fisica, diverso è il ruolo.

Riassumendo possiamo dire che il serpente viene utilizzato come simbolo di rigenerazione, movimento. Un elemento connesso al femminile, che scivola sinuosamente su un flusso d’acqua e accompagna i membri dell’equipaggio in questo “lungo viaggio“ tra il mondo sotterraneo e quello in superficie.

L’equipaggio

L’equipaggio della nave è formato da tanti piccoli rettangoli verticali che hanno forma di un fallo: questa si potrebbe trattare di un’informazione che ci fa capire che l’equipaggio è interamente maschile. La grande figura “cornuta” sulla sinistra e sulla destra è un leader e questo lo deduciamo proprio dalla presenza delle corna: se pensiamo agli animali, capiamo bene come le corna (oltre alle loro funzioni biologiche e di difesa) siano anche un elemento fondamentale per scopi ‘sociali ‘. All’interno dei branchi o delle mandrie, servono a costruire un equilibrio sociale e una conseguente gerarchia, rispettata da ciascuno dei membri. Anche qui, nella raffigurazione, quindi, possiamo comprendere come la presenza delle “corna” sia un’indicazione piuttosto forte di superiorità e dominanza sociale.

Il leader viene raffigurato due volte ma viene contato come “ uno solo” perché, come per le due teste di serpente della nave, parte da Est e arriva a Ovest. Sostanzialmente, con questo tipo di rappresentazione duplice in funzione dello spostamento, possiamo ipotizzare come, metaforicamente, la nave si trovi sospesa tra passato, presente e futuro. Il conto totale dell’equipaggio è di 13: tredici spiriti maschili.

Guardando con attenzione la figura del leader, troviamo molti elementi modellati con una forma a “V” che rimandano, secondo il suddetto accademico, a un concetto di apertura: le corna, la forma del suo fallo e anche la curvatura del suo braccio.
La Gimbutas, invece, ci parla di come questo simbolo sia collegato all’elemento dell’acqua e alla tematica della rigenerazione.
Volendo abbracciare entrambe le visioni (e intersecandole) , possiamo pensare che l’apertura sia l’inizio di un percorso che tende a ripetersi e che quindi sia un viaggio di rigenerazione. Anche la forma dell’asta del fallo ‘curvato’ potrebbe alludere a un movimento che si ripete, con una traiettoria quasi “circolare“ e di tipo ciclico: non vi è inizio né fine. Questo ci fa pensare all’azione del Sole poiché si alza in cielo con l’alba per poi scendere col tramonto.

Il collo della figura lo possiamo accomunare alla funzione del “ corpo del serpente” poiché, in una simile grafia, ci fa capire come entrambi abbiano la funzione di collegamento.
Diversi elementi riferiti alle due figure cornute ci danno informazioni aggiuntive: dalle braccia capiamo che si tratta di un guerriero, poiché impugna un’arma, che potrebbe essere un coltello o un martello. Trall’altro, nel caso del coltello, sappiamo che non di rado ci sono stati casi di ritrovamenti di reperti con incisioni di simboli solari risalenti all’età del Ferro (in Scandinavia e anche in Italia settentrionale). Anche lo stesso atto del coltello sollevato in alto, quasi verso il Cielo, ci fa capire come Sole e coltello siano collegati.

La figura orientata a Ovest sembra reggere qualcosa di simile a un uovo, che possiamo analizzare come simbolo di rigenerazione, rinascita (colui che nascerà da Est). Questi elementi rendono la grande figura con le corna una sorta di guerriero solare o protettore del Sole che si rigenererà ciclicamente. La differenza di dimensioni tra la prima figura a Est (più grande) e la seconda a Ovest (più piccola) non è esplicitamente spiegata, ma, alla luce degli elementi precedentemente analizzati, possiamo ipotizzare che sia collegata alla visione del Sole come accennavamo precedentemente. Queste corrispondenze solari, inoltre, potrebbero anche essere collegate alle Stagioni e quindi al “ ciclo vitale “ del Sole che compie durante l’anno e che si ripete durante i secoli, durante i giorni.
L’ equipaggio nel mezzo potrebbe quindi essere anche un’unione tra le due figure dei leader: un percorso. La forma di questi spiriti maschili, essendo orientata verticalmente, rimarca ulteriormente il loro muoversi verso l’alto, il loro voler “ascendere“.

L’acrobata

Ora passiamo alla figura ‘solitaria’ che si trova in alto.

Anche questa è una figura che rappresenta il viaggio e, anzi, probabilmente sta a simboleggiare i molteplici viaggi (data la presenza di tre gambe). Un soggetto dinamico che si trova nell’atto di ruotare all’indietro. La prima gamba è posizionata sotto un triangolo. Secondo il Richey potrebbe rappresentare l’area genitale femminile, ma in una visione più generale e associativa potremmo vederlo anche come un simbolo della Terra, in qualità appunto di Madre e di datrice di Vita. La figura in sé e per sé, nella sua conformazione e nel suo movimento di rotazione, potrebbe essere una metafora dell’astro solare anche perché si trova in alto, sospeso nell’aria, rispetto all’equipaggio.

Conclusioni

In base all’analisi che abbiamo affrontato sopra, possiamo dire che il petroglifo non descrive semplicemente un’azione già avvenuta ma ci parla di un qualcosa che “è stato, è, e sarà“.

Interessante come ogni elemento della raffigurazione ci porti al concetto della ciclicità, del ripetersi, del movimento e del viaggio. Il leader con le corna e il suo equipaggio sono spiriti maschili e la nave-serpente li trasporta, viaggiando sopra un flusso d’acqua, su e giù attraverso portali (aperture o forse “spaccature terrestri “ ) dall’Est all’Ovest. Probabilmente l’equipaggio sarà sempre in viaggio, in questo scendere e risalire in un’evoluzione continua e in un perpetuo ‘divenire’, in un ciclo di rigenerazione e rinascita. Probabilmente non vi è mai stato un inizio vero e proprio di questo viaggio ma è sempre stato così.

Esistono forti associazioni con il Sole (nasce a Est e tramonta a Ovest) e possiamo ipotizzare che questo sia il senso dell’itinerario che l’equipaggio compie ciclicamente.

In conclusione, unendo tutti gli elementi che abbiamo analizzato fino a questo momento, ci troviamo davanti a un meraviglioso messaggio che il petroglifo ci regala:

La nave serpente sale e discende, ciclicamente, scivolando sull’acqua, un flusso, una corrente che li trasporta.
Attraverso le spaccature terrestri porta l’equipaggio in superficie e poi discende nuovamente.
Il leader, e i 13 spiriti maschili aspettano Il glorioso sorgere.
La figura in alto ruota all’indietro, continuamente;
Il leader, guerriero solare, risale dalla terra nascendo a Est e discendendo a Ovest.

Per approfondimenti: 

Laugrith Heid, La Stregoneria dei Vani, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Kindirúnar, Le Rune della Stirpe, Il Grimorio Necromantico, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Rún, i tre aspetti di una Runa, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Helvíti Svarturgaldur, Manuale pratico di Opera Necromantica Nord Europea, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Tröld*R: il Fjölkynngisbók. Magia, Stregoneria e Folk Nord Europeo, Anaelsas edizioni.

*Gli “share” senza citazione della fonte sono elemento di querela poiché si ledono gli elementi del copyright sanciti dalla legge italiana*

Alexandra Roviglioni
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Un commento

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