Legame tra la pratica Sami, Baltica ed Ugrofinnica nella ritualistica dei Vanir

Tutti i popoli del Nord Europa avevano fattori comuni in particolare nel contesto religioso (la sacralità dei Blót). Lo svolgimento rituale ha forte connotazioni soprattutto tra Sami, Balti e culto Vanico.
 
La focalità si ha esattamente nel culto delle Dìsir associato espressamente al culto del focolare domestico. Le divinità Sami, Mattrahkka, Sarahkka, Juksahkka e Ursahkka, hanno la tipologia tipica di spiriti del focolare a tutela delle origini.
 
La prima è la Madre di tutte, definita anche Madre Terra e vive sotto il pavimento, cura l’aspetto corporeo dell’uomo; la seconda è la figlia che supporta i feti ed il ciclo mestruale della donna e vive sotto il focolare (ha parecchie affinità con la Madre, ma per gran parte del territorio euroasiatico, questa rappresenta una sorta di «Madre del Fuoco Primordiale»); la terza è la guardiana del fato; la quarta la guardiana dei piccoli.
 
Queste sono dette Ahkka (donne dee, che noi associamo ad una sorta di concezione protovanica delle Dìsir, delle Norne Scandinave e delle Divinità baltiche del focolare). Tradizionalmente anche durante la celebrazione dei matrimoni ugrofinnici, si assiste ad un rituale di presentazione alle deità del focolare da parte del marito e della moglie, per propiziare lo sposalizio.
 
Troviamo molte similitudini anche con i guardiani delle famiglie, che per gli Scandinavi erano Fylgja ed Hamingja.
 
Molte delle pratiche Sami. hanno trovato riscontro nella mitologia norrena e nella descrizione di ritualità dedite a divinità autoctone.
 
Importante pratica dei Noiade (Sciamano Sami) è l’accompagnare i morti al sentiero del Mondo di Sotto, scortarli e condurli. Forse questa la più profonda diferenza, poiché nella pratica maestra dei Vani, il Seiðr, non permetteva di condurre anime ad altre sponde, né di aiutare gli spiriti dei defunti (la Völva infatti usufruiva della conoscenza degli Antenati solo per favorire le persone che chiedevano guarigione e consultazione divina).
Altra importante differenza è il sesso poiché il Noiade è principalmente uomo, mentre la Völva principalmente donna.
 
I rituali venivano svolti soprattutto con l’assegnazione di Rune come possiamo attestare dalla Saga di Egil, dove venivano incise su osso di balena per curare un donna. Erano potenti incanti, il più antico era scritto in cirillico, era un «fascino» fnlandese, scritto su corteccia di betulla rivenuta a Novgorod circa nel XIII sec.:
 
Freccia di Dio, dieci sono i tuoi nomi.
La freccia è veramente la tua manifestazione, ti appartiene o Signore,
Oh Signore guida il mio fato.
 
Tutte le figure sciamaniche del Nord Europa hanno la stessa chiave di lettura: il sapere, ovvero «colui che sa di sapere», che ha in sé la capacità di salire in tumuli mortali, avvalendosi del forte legame comunicativo coi Divini. Colui che per definizione associamo alla pratica stregonica di necromanzia del Nord Europa.
 
Tutte queste pratiche hanno la chiave di «trasformazione» attraverso le ricorrenti «rune», intese ed utilizzate come varchi di sistema decodifcato in suoni viscerali, ventrali e costanti; una pretrance che conduce alla completezza della creazione divina.
 
Anche il Tietàjà, il principale specialista rituale dei finlandesi del Baltico, è legato alla tradizione sciamana ugro-finnica, postcede il noaide Sami, ed opera in un più complesso status sociale, e si lega alla pratica sciamanica del “Vanatrú”
 
Ha come caratteristica la difesa contro le forze ostili soprannaturali, originarie dell’aldilà; questo termine signifca letteralmente «conoscitore», il che implica una conoscenza sulla natura del mondo soprannaturale e sulle tecniche da trattare con esso.
 
*L’articolo completo con elenchi divinità e relazioni pratica lo troviamo in
“La Stregoneria dei Vani, Anael sas Edizioni, a cura di Laugrith H.”*
    
 
 
Per approfondimenti:
Laugrith Heid, La Stregoneria dei Vani, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Kindirúnar, Le Rune della Stirpe, Il Grimorio Necromantico, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Rún i tre aspetti di una Runa, Anaelsas Edizioni.
 
 
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