Odio naturale

Esiste oggigiorno una concezione assai distorta che aleggia tra i neopagani, e che ricade nella visione collettiva anche sui pagani, sugli eteni.

Mi riferisco alla concezione della relazione tra uomo e natura, rifacendosi a tempi antichi.

C’è infatti un’idea molto comune secondo cui, tutte le popolazioni scandinave – e per estensione germaniche – abbiano avuto un tipo di romantica connessione con la natura, quindi con i laghi, le foreste, la flora e la fauna.

Oggigiorno, molti neopagani infatti portano avanti una concezione di “ritorno” verso forme passate di quella che loro chiamano “armonia”.

Peccato che non esiste(va) nulla di tutto ciò.

Sicuramente in passato le tribù vivevano più a stretto contatto con la natura, vuoi per un discorso agricolo, vuoi per la conformazione dei villaggi, ma – perché c’è un ma – non avevano minimamente una considerazione della natura come “pacifica” nei confronti degli esseri umani.

Per loro, la natura era piena di rabbia e di odio, e tutto ciò si trasportava anche nella comunità.

Infatti, abbiamo diverse fonti e testimonianze di come venivano seguite chiare e forti restrizioni interne, in relazione a tutto ciò che era esterno.

Ogni viaggio o affaccio esterno alla sfera di casa era inteso come qualcosa di pericoloso.

La natura non perdona. Selvaggia, terribile, che odia completamente tutto ciò che è umano.

Non a caso, all’interno delle comunità, chi non seguiva determinate regole, veniva cacciato fuori, bandito e costretto a vagare negli spazi naturali per sempre, come se fosse una vera morte simbolica.

D’altro canto, la natura era comunque utile all’uomo, per ragioni agricole e di sostentamento.

Per questo motivo, tra mondo naturale e mondo umano non esisteva alcuna relazione amorevole o romantica, in cui si andavano ad abbracciare gli alberi per dimostrare il proprio affetto.

Esisteva una relazione di scambio reciproco, di rispetto.

Per approfondimenti:
Laugrith Heid, La Stregoneria dei Vani, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Kindirúnar, Le Rune della Stirpe, Il Grimorio Necromantico, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Rún, i tre aspetti di una Runa, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Helvíti Svarturgaldur, Manuale pratico di Opera Necromantica Nord Europea, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Tröld*R: il Fjölkynngisbók. Magia, Stregoneria e Folk Nord Europeo, Anaelsas edizioni.

*Gli “share” senza citazione della fonte sono elemento di querela poiché si ledono gli elementi del copyright sanciti dalla legge italiana*

Federico Pizzileo
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Seminarista e docente presso l'Accademia Vanatrú Italia.

Gli studi di linguistica e di filologia germanica universitari gli hanno aperto il mondo verso uno sguardo nuovo alle parole e alle radici europee. Con l'arrivo in A.V.I. ha potuto scoprire la sua origine pagana, entrare nella stregoneria, nell'esoterismo e nell'occultismo e acquisire il metodo di ricerca innovativo.

Oggi, oltre a essere seminarista, si occupa anche della sezione di classi relativa al mito, al rito, alle saghe e al recupero del pensiero dell'uomo antico.

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