Filos delle formule runiche estratte dal Sigdrifa

 

Il cosiddetto Sigrdrifa, che segue il Fafnismál nelle Regius Codex, senza alcuna indicazione e senza titolo di separazione, è senza dubbio la più caotica di tutte le poesie della raccolta eddica, racchiude difatti il poema nell’oscurità. 

Il canto richiama alcuni aspetti esoterici della nostra tradizione, palesa apertamente la necessità del segreto/verbo nell’azione stregonica di magia runica, propria dei Vanir.

Certamente alla base di quest’opera, una poesia che ha a che fare con il ritrovamento di Brunilde da parte di Sigurth, ma di questo poema originale abbiamo solo cinque strofe (2-4 e 20-21). A queste cinque probabilmente sono stati aggiunti alcuni passaggi, soprattutto nelle strofe 6-12, in cui Brunilde insegna a Sigurth le Rune magiche, classificandole in: 

– Sigrúnar (Rune della vittoria);


– Ölrúnar (Rune della birra – magia della poetica skaldica);


– Bjargrúnar (Rune della nascita);


Brimrúnar (Rune del giusto sentiero);


– Limrúnar (Rune della guarigione);


– Malrúnar (Rune della facondia e della giusta vittoria);


– Hugrúnar (Rune della mente);


– Bókrúnar (Rune del libro – Rune della sapienza);


– Meginrúnar (Rune della percezione).

La natura e la condizione del materiale hanno dato vita a congetture editoriali e correzioni. 

Non esiste un galdrabók che non contiene la stesura di tutte le classificazioni runiche esposte nel testo. Basta sviluppare le kennings (matrice scaldica) per trovare il reale uso dei sigilli e la loro creazione.

Diffidate da chi gioca alla scrittura di un opera runica senza studio approfondito delle opere rilasciate dagli Avi.

Il patrimonio runico “stregonico”, ovvero la stesura del galdr, Ægishjálmur, o di altro sigillo è opera del contesto Vanatrú. Altrimenti si parla di linguaggio runico. 

La matrice runica per essere tale ed effettiva, ha bisogno di una ritualizzazione inclusa.

Attraverso lo sviluppo mitologico noi siamo a conoscenza delle dinamiche di appropriazione delle Rune da parte del Padre del Tutto, dono concesso agli uomini se ne sapevano far buon uso (cosa che non avvenne, visto lo scempio della modernità). 

Per la nostra tradizione, a tale proposito, è doverosa una distinzione:

Il Sigillo runico sottoscrive un’azione magica, con un atto di volontà indotto dall’autore della sigillatura.

Il Galdr è l’atto stregonico del canto, attraverso la forma runica. Un galdr non è un sigillo, più galdrar possono comporre un sigillo.

Il Galdrastafir è un galdr superiore composto da più galdrar, che include l’opera stregona atte a richiesta divina, attraverso l’utilizzo della bacchetta.

L’ Ægishjálmur è la lavorazione di un verbo a scopo runico che riprende l’orientamento di base e/o sviluppato, di un’azione stregonica, volta a modificare una causa, su richiesta in più piani dell’yggdrasill.

Il Galdrabók è un grimorio legato al folkish, che contiene tutto il formulario in opera della Strega.

Per approfondimenti: Laugrith Heid, kindirúnar, le Rune della Stirpe, il Grimorio Necromantico, Anaelsas edizioni.

*Gli “share” senza citazione della fonte sono elemento di querela poiché si ledono gli elementi del copyright sanciti dalla legge italiana*

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Un commento

  1. Molto interessante. Grazir

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