Forme\Spirito Necromantiche

I più noti spiriti tutelari del contesto Vanatrú, legati ai primi approcci della necromanzia europea, sono le Dísir e le Fylgjur.

Entrambi sono erroneamente associate alla stessa tipologia di spirito custode, ma in realtà appartengono a due aspetti nordici completamente diversi e diversificati. Manifeste le prime, non manifeste le altre, poiché cambiano forma in base alla necessità.

Le Dísir sono oggetto del culto associato alle antenate, ai morti ed ai defunti, andavano celebrati con regolare scadenza durante il Dísablót, che in Scandinavia occidentale era più un evento privato tra elementi della stessa stirpe, ma che si diffuse, successivamente, in larga scala, divenendo una festività fondamentale. 

Le Dísir, spiriti degli antenati femminili, che nell’opposta associazione maschile hanno valenza come Álfar, venivano celebrate esclusivamente all’apertura e chiusura dei cerchi magici e nei lavori di Blót (rituale sacrificale che costituisce l’essenza del politeismo nordico).

Il rito era letteralmente il sacrificio alle stesse antenate, strettamente collegato alla fecondazione, alla morte ed al destino umano, al di là della vita terrena; differenza sostanziale con le Nornir che lavoravano il destino sul piano del Midgard. La descrizione del rituale la troviamo nella Fornaldarsögur :

“Entrati nella sala delle Disir, i due re erano intenti al sacrificio, mentre sul pavimento vi era un fuoco, dove alcune delle loro donne si sedevano accanto e plasmavano le dee, scaldandole, mentre altre le ungevano e le asciugavano con dei panni.”

Spesso alcune le troviamo associate alle Valchirie, altre, soprattutto nella scaldica, a Dee diverse. Il rituale, connesso alle stesse, riprende il legame con il culto del focolare baltico proprio della Dea Lamia, alla quale si richiedeva una sorta di custodia familiare.

 Le Dísir possono uccidere, come nella saga di Njáls (Thidhranda Tháttr e Fornmanna Sögur), ma solo dove si riscontra un danno alla tradizione. Sono tutelari se evocate, difendono se onorate e sacralizzate. Le Fylgjur sono parte della nostra stessa Matrix di Anima, Sál e Hugr, animus e pensiero, ovvero attività pensante ed intellettiva che secondo il nostro popolo del Nord corrisponde al ricordo e ragionamento. Le stesse sono evocate esclusivamente dalle Streghe del Nord, per difesa della propria azione, diretta e personale, in una correlazione con giustizia e vendetta, che si traduce nella formula esoterica di Kynfylgja: atto di difesa della Stirpe stregona. Solo nell’azione di necromanzia difensiva, la stessa si accorpa alla più vasta concezione di Hamingja (pelle e sangue) che va a comporre la tutela di tutta la stirpe vicina e lontana. Più Fylgjur possono comporre la nostra Hamingja. 

Entrambe le forme/spirito, Dísir e Fylgjur, si relazionano al Landvættir corrispondente, che è l’elementale onorato in base al luogo di appartenenza e di ritualistica della strega. Senza questo rituale, che sancisce la benevolenza anche degli Elfi Oscuri, nessuna opera stregonica di entrambe le tipologie necromantiche può avere giusto esito, ovvero maledirà ogni azione di rivalsa del “malato” atto di magia. 

 

 

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