Per comprendere bene questo passaggio mitologico di notevole importanza per la
Il vargúlfr era associato alle tradizioni occidentali riguardanti il lupo mannaro da cui derivano diverse fonti con l’aiuto del professor Lecouteux, in “Elle courait le garou: Lycanthropes, hommes-ours, hommes-tigres, une anthologie”: la prima fonte è l’antichità classica; la seconda fonte è germanica e si riferisce a una credenza particolare riguardo l’anima, che può lasciare il corpo e assumere la forma di qualsiasi animale; la terza è folcloristica e si
ritrova in innumerevoli racconti e leggende: spogliarsi del proprio io perché avvenga la
trasformazione.
Tra il 1160 e il 1170, Marie de France fece eco a questa terza tradizione in Le Bisclavret,
dove abbiamo un lupo mannaro, che se non avesse recuperato i suoi vestiti umani, non
avrebbe potuto trasformarsi di nuovo in un uomo.
Secondo il folk, la trasformazione è innescata da vari elementi: da un unguento, da un ramo, da una pelle di lupo, da un incantesimo, da una maledizione e da un malefico.
Nella Germania settentrionale la trasformazione era spesso associata al possesso della pelle di lupo. Tra gli slavi e i tedeschi medievali, il bambino nato con un pezzo della membrana amniotica sulla sua testa, era predestinato a essere un lupo mannaro.
Ci sono diversi modi con cui un lupo mannaro può tornare alla forma umana: recuperando i suoi vestiti, essere chiamato lupo mannaro da qualcuno che lo incontra oppure venendo ferito.
Se la trasformazione è stata causata da un incantesimo o da una maledizione, si può anche costringere la strega a pronunciare il controincantesimo.
Una volta si credeva che l’essere umano avesse diversi Doppi animali e che questi
potessero essere rilasciati durante il sonno, il coma o la trance. Questa capacità è un dono, spesso ereditato dai propri antenati.
Il lupo è quindi solo una delle possibili forme animali; esistono altri tipi di creature mannare, come confermano gli antichi testi scandinavi.
In una fonte islandese, per esempio, troviamo un uomo che adotta la forma di un toro per combattere uno dei suoi nemici che ha assunto la forma di un orso (Landnámabók, cap. 350).
C’è anche la storia del guerriero Bödvar Bjarki, il cui Doppio, sotto forma di orso, presta assistenza ai suoi uomini mentre stanno combattendo una battaglia.
Dietro tutte queste trasformazioni e a tutti questi atti di mutaforma, c’è sempre ridondante l’atto sciamanico: quando lo sciamano è in trance il suo spirito lascia il suo corpo e, in forma umana o animale, va nell’aldilà per uno scopo preciso (6).
Note:
1 Su alcune parti dell’anima secondo la tradizione scandinava (articolo su vanatru.eu)
*Gli “share” senza citazione della fonte sono elemento di querela poiché si ledono gli elementi del copyright sanciti dalla legge italiana*
Ylenia Oliverio
Fondatrice e docente dell'Accademia Vanatrú Italia.
Laureata in Filosofia e Storia, Master post Laurea in Beni Archeologici, Master in Preserving and Increasing Value of Cultural Heritage, conseguito a Roskilde (Copenaghen), ulteriore integramento post Laurea.
Archeologo da oltre 13 anni, specializzata in scavo dei cantieri urbani, ha incentrato la sua attenzione verso i culti dell’Europa del Nord e dell'Euroasia durante la sua permanenza nel Canton Ticino per stages formativi al Centro Studi Internazionali Luganesi.
Svolge attività di formazione e informazione, in Italia e in Europa, per la promozione, divulgazione e rivalutazione del Culto Vanico, del Paganesimo puro e degli Antichi Culti dell’Europa ed Euroasia.
Il primo incontro con la Stregoneria Tradizionale è avvenuto nel 1990.