Dwarfs e Vanir

Con questo articolo vogliamo dare alcuni spunti di riflessione che accompagnano gli studi di molti autori francesi sul mito scandinavo.

I Vanir hanno una concreta associazione che spesso viene dimenticata, un po’ per la difficoltà di studiare i testi, un po’ perché lo studio di questa stirpe divina è da sempre stato accantonato ed assimilato malamente da contesti Asatrú, si tratta del regno minerale.

Una prima attestazione si ha dal mito di Gullveig, il cui nome varia di significato tra “ubriaco d’oro“, “bevanda d’oro” o “potenza d’oro”.

Prima dell’inizio delle ostilità scoppiate tra le due principali famiglie degli Dei del nord, i Vanir mandarono agli Æsir Gullveig. La natura ed il sesso della stessa figura rimangono emblematici, ma si sa dalle fonti che praticava la magia, incantava le menti ed era la fonte di gioia per le donne malvagie.

Gli Æsir l’hanno trafitta con le loro lance e
la bruciarono ben tre volte – quello che Dumézil chiama
trattamento metallurgico“, senza mai essere in grado di ucciderla.

Tutto questo alimenta gli studi che relazionano i Vanir ed i “Dwarfs”.

in basso una Illustrazione di Lorenz Frølich.


Il termine “Ubriaco d’oro” sembra quindi essere uno stratagemma dell’essenza della Strega dei Vanir, che rivive nella figura eccelsa di Gullveig, che a sua volta attraverso la sua trasformazione e rinascita (atto metallurgico), semina tra i nemici preoccupazione e paura, divide e preoccupa.

I Dwarfs, ovvero i Nani, rappresentano in un certo senso, il polo negativo ed i Vanir rappresentano il polo positivo.

Sebbene non possediamo prove dirette in tal senso, in un modo o nell’altro, possiamo immaginare i Nani come una duplicazione funzionale dei Vanir. I Nani incarnano ciò che offusca l’immagine dei Vanir, ciò che è biasimevole per una Deità.

In questo modo i nani liberano gli dei da tratti meno lusinghieri,
e diventano una specie di ipostasi, totalmente indipendenti dagli stessi Dei. Questa ipotesi spiega in modo fattoriale la sorprendente vicinanza, ed azzardata parentela tra Nani e Vanir.

“I Nani conoscono il futuro, i Vanir sono veggenti.”

Altro grande legame che possiamo identificare è con Loki.

Loki calza a pennello i panni dell’essenza/assenza dei Vanir nella relazione con i Nani.

Loki da sempre fu ladro: dal furto dei frutti della giovinezza di Inðunn, i capelli di Sif, la collana di Freya, l’anello di Andvari e così via.

La relazione più interessante si ha nella saga di þidreks, dove Álfrke
(Alberîch) è chiamato “maestro ladro”. I Nani possiedono una solida reputazione di ladri.

Loki è inoltre un artigiano. Nel Fjölvinnsmál (detti di Fyölvinn)
si dice che abbia realizzato il Lævateinn per mezzo di
rune, di fronte al “Corpse Gate” (Nágrind), ai cancelli al regno dei morti.

In un altro poema eddico, Loki appare persino in un elenco di nani
ma purtroppo il testo è aperto a una duplice interpretazione:

  1. Loki che collabora con i nani nel costruire il palazzo che in accordo con Georges Dumézil, rappresenterebbe il palazzo di Menglöð, Freya;
  2. Loki è semplicemente un nano.

L’elemento “Legante” dei Nani è l’acqua, un elemento che si associa bene alla ricerca della minuziosita artistica del nano nel mito scandinavo. Loki è anche vicino a questo elemento sotto vari aspetti: prima di tutto,
attraverso la sua trasformazione in foca e salmone; secondo, dal suo
invenzione della rete da pesca.

In basso un interessante lavoro che fa da chiarificatore dell’elemento del fluire.

Ci sono anche alcuni elementi estremamente misteriosi che meritano attenzione e che lasciamo alle vostre considerazioni. In svedese, la parola che indica ragno (locke / lock) è simile al nome Loki e la ragatela si chiama “Loki’s net” (loksnät / locksnara) e la “rete dei Nani” (dvergsnät).
Questa associazione Nano / ragno è certamente molto arcaica, in quanto non è un evento isolato. Nel Bretone, la parola korr significa sia ragno che Nano.


Per approfondimenti: 

Laugrith Heid, La Stregoneria dei Vani, Anaelsas edizioni.

Laugrith Heid, Kindirúnar, Le Rune della Stirpe, Il Grimorio Necromantico, Anaelsas edizioni.

Laugrith Heid, Rún, i tre aspetti di una Runa, Anaelsas edizioni.

Laugrith Heid, Helvíti Svarturgaldur, Manuale pratico di Opera Necromantica Nord Europea, Anaelsas edizioni.

Laugrith Heid, Tröld*R: il Fjölkynngisbók. Magia, Stregoneria e Folk Nord Europeo, Anaelsas edizioni.


*Gli “share” senza citazione della fonte sono elemento di querela poiché si ledono gli elementi del copyright sanciti dalla legge italiana*


Ylenia Oliverio
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Fondatrice e docente dell'Accademia Vanatrú Italia.

Laureata in Filosofia e Storia, Master post Laurea in Beni Archeologici, Master in Preserving and Increasing Value of Cultural Heritage, conseguito a Roskilde (Copenaghen), ulteriore integramento post Laurea
in Scienza dei beni Archeologici.

Archeologo da oltre 13 anni, specializzata in scavo dei cantieri urbani, ha incentrato la sua attenzione verso i culti dell’Europa del Nord e dell'Euroasia durante la sua permanenza nel Canton Ticino per stages formativi al Centro Studi Internazionali Luganesi.

Svolge attività di formazione e informazione, in Italia e in Europa, per la promozione, divulgazione e rivalutazione del Culto Vanico, del Paganesimo puro e degli Antichi Culti dell’Europa ed Euroasia.

Il primo incontro con la Stregoneria Tradizionale è avvenuto nel 1990.

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