Il Sigillo dei Vani

Il Vanatrú Italia ha un suo simbolo, che è pubblicato in appendice nel testo “La Stregoneria dei Vani” (Anaelsas Edizioni, 2015), come codifica archeologica dell’autore di proto rune esposte nello schedario.

Il sigillo racchiude la simbologia esoterica dei culti misterici ed autoctoni della sezione scandinava.

La sua identificazione con il culto della Dea (o Dee) della Vecchia Europa e delle maestrie del Gun UR (seme dei Jötunn), fa di questo sigillo una completa lavorazione della fase iniziatica ed occulta del ventre del Miðgarð, nella sua relazione con le tre radici dell’Yggdrasill.

Tale sigillo viene proposto come archetipo della fazione che ne rappresenta, per la presenza dei dots aperti, in chiave di localizzazione di aree sacre presenti in vasti siti della vecchia Europa.

A tal proposito ci dissociamo nel considerare il simbolo raffigurato nella Sceatta Anglosassone del 695-740 d.C., che propone un porcospino stilizzato, poiché la simbologia postcede la manifestazione della radice del popolo dei Vanir.

Interessante è invece l’uso da parte del popolo Anglo-Sassone dei “dots”, pieni ed aperti, che appartengono alla simbologia delle aree sacre recuperate nello schedario su citato e nelle urne cinerarie
(Vedi post) e lo relaziona alla gamma rinvenuta nella nostra Italia, precisamente in terra Toscana.

La Sceatta, o sceat, è un termine numismatico usato per indicare piccole monete d’argento coniate durante il periodo Anglo nella zona Inglese e della Frisia.

Il termine fu associato a queste monete nel diciassettesimo secolo, sulla base di interpretazioni del codice di leggi di Ethelbert del Kent e dalla codifica della saga di Beowulf.

Queste monete, probabilmente furono successivamente usate come penny anche dai re Anglosassoni più recenti.
Sono monete variegate, molto diverse tra loro, organizzate in tipi diversi, secondo una classificazione numerica del British Museum, nella sezione numismatica di H. Grueber nel 1890, e dalla fase alfabetica di Stuart Rigold.

 

Moneta con volto – Monita Scorum – Sceatta
710-760 d.C.

Diritto: profilo diademato e drappeggiato, busto destro con MONITA SCORVM + legenda all’interno del bordo in rilievo.
Verso: figura di porcospino (busto degradato) all’interno del bordo in rilievo.

 

S. 824 (834A); N. -; vedi Metcalf, Thryms e Sceattas, volume 3, p. 435-436 per la discussione del tipo e delle figure; vedi Metcalf e Den Velde, L’economia monetaria dei Paesi Bassi, c. 690-760 e il commercio con l’Inghilterra: uno studio degli Sceatt di “Porcupine” della serie E, JMP 96, p. 220.
(Titoli in traduzione)

 

Da Marian Archibald la legenda del rovescio è un’abbreviazione per MONITA S (an) C (t) ORVM e che questo tipo ha affinità con le serie Q e T; il busto ha somiglianze con quelli visti su tipi tardo romani con la maggior parte dei punti di ricerca registrati dall’Inghilterra orientale.

 

Moneta Anglosassone- Sceatta con figura di Porcospino
695-740 d. C.

Diritto:Testa di porcospino rivolta verso destra.
Verso: simbolo angolare che si ripete nelle varie serie di questa fase.

 

 

 

Il Vanatrú Italia propone il Sigillo dei Vani

nelle pratiche necromantiche, per la forte relazione con la terra contenente una parte del Seme proprio degli Jötunn.

Si associa molto bene alla lavorazione delle ossa (in relazione sempre ai sigilli esposti nel grimorio Necromantico di Kindirúnar).

 

 

 

 

Lavorare le ossa per una Strega del Nord è fondamentale, soprattutto per una sezione stregonica di questa portata.

La tradizione scandinava del nostro filone Vanatrú, ci propone una folta fetta di didattica formativa sulla lavorazione delle ossa a scopo di difesa.

Viviamo in un paese fintamente laico, che opta per il seguito filoabramitico/papale. Siamo vincolati quindi al solo uso del recupero animale in aree boschive, anche se il nostro Folk islandico ci delizia di ulteriori ampliamenti.

 

Per la Sceatta Anglosassone
https://timelineauctions.com
https://www.coinarchives.com/w/

 

 

Per i contenuti:
Laugrith Heid, La Stregoneria dei Vani, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Kindirúnar, Le Rune della Stirpe, Il Grimorio Necromantico, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Rún, i tre aspetti di una Runa, Anaelsas edizioni.

 

*Gli “share” senza citazione della fonte sono elemento di querela poiché si ledono gli elementi del copyright sanciti dalla legge italiana*

 

 

 

Ylenia Oliverio
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Fondatrice e docente dell'Accademia Vanatrú Italia.

Laureata in Filosofia e Storia, Master post Laurea in Beni Archeologici, Master in Preserving and Increasing Value of Cultural Heritage, conseguito a Roskilde (Copenaghen), ulteriore integramento post Laurea
in Scienza dei beni Archeologici.

Archeologo da oltre 13 anni, specializzata in scavo dei cantieri urbani, ha incentrato la sua attenzione verso i culti dell’Europa del Nord e dell'Euroasia durante la sua permanenza nel Canton Ticino per stages formativi al Centro Studi Internazionali Luganesi.

Svolge attività di formazione e informazione, in Italia e in Europa, per la promozione, divulgazione e rivalutazione del Culto Vanico, del Paganesimo puro e degli Antichi Culti dell’Europa ed Euroasia.

Il primo incontro con la Stregoneria Tradizionale è avvenuto nel 1990.

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