Bevande trasformative e ispiranti

Nella letteratura nordica esiste una sorta di paradosso che concerne il simbolo dell’alcol: aiuta e ispira il discorso e allo stesso tempo ne inibisce l’espressione.

Ma cosa vuol dire tutto questo?

Da un’accurata indagine su questo tipo di bevanda possiamo trarne alcune considerazioni anche antropologiche, oggetto di studio nelle accademie universitarie, riassunte da Peter Scholliers: “Negli anni Sessanta e Settanta Claude Lévi-Strauss e Mary Douglas hanno sottolineato il ruolo del cibo come significante, classificatore e costruttore di identità”.

Da qui possiamo comprendere la particolare importanza delle proprietà trasformative delle bevande, in particolare quelle alcoliche, e della potente capacità ispirante di cui vedremo in questo articolo.

Le più significative trasformazioni ispirate al bere si riferiscono al miglioramento delle capacità intellettuali e creative: secondo i testi, sia alcol normale e sia le bevande soprannaturali sono in grado di ispirare saggezza, arte poetica e capacità mnemoniche. In effetti, come suggerisce Judy Quinn, l’atto stesso del bere può essere concepito come l’assimilazione di “liquido della conoscenza”, una conoscenza che passa di bocca in bocca e che viene ingerita, metabolizzata e trasmessa in una società che non dipende forzatamente dalla scrittura, ma che gode di una tradizione orale viva.

Sulla tradizione orale non ci soffermeremo in questo articolo, anche perché molto ne discutiamo durante i nostri seminari online, ma a questa analisi aggiungiamo una metafora decisamente rilevante, ossia quella della “memoria come stomaco” di stampo medievale, che si collega perfettamente, secondo Mircea Eliade, al canto di impiccagione e assunzione dell’idromele sacro.

L’idromele della poesia è infatti l’archetipico di tali bevande trasformative; l’uso del verbo verða, con il senso ‘diventare’, indica una trasformazione radicale e binaria, che va oltre la percezione dei sensi alterata (frœðamaðr).

In tal senso, la trasmissione di Óðinn ad Agnarr nel Grímnismál non deve essere sottovalutata. John Lindow riconosce infatti la funzione di trasmissione della saggezza per mezzo della bevanda, di cui l’enfasi dell’introduzione ne è la diretta efficacia.

Studiando anche le altre tradizioni della grande e antica Europa, possiamo notare anche un accenno nei Misteri Eleusini, di bevande alcoliche e non a scopo ritualistico con la funzione trasformativa: il kykeon.

Per scoprire altro a riguardo e iniziare il sentiero del Nord, vi invitiamo a partecipare almeno a uno dei seminari del Vanatrù Italia.

Federico Pizzileo
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Seminarista e docente presso l'Accademia Vanatrú Italia.

Gli studi di linguistica e di filologia germanica universitari gli hanno aperto il mondo verso uno sguardo nuovo alle parole e alle radici europee. Con l'arrivo in A.V.I. ha potuto scoprire la sua origine pagana, entrare nella stregoneria, nell'esoterismo e nell'occultismo e acquisire il metodo di ricerca innovativo.

Oggi, oltre a essere seminarista, si occupa anche della sezione di classi relativa al mito, al rito, alle saghe e al recupero del pensiero dell'uomo antico.

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