Atto della Völuspá – man hún

Il testo della Völuspá racchiude gran parte della pratica stregonica del Vanatrú.

Il canto, facendo riferimento al logos dei termini come Góð e Ragnarök, comprime in pochi versi esoterici l’atto generatore, distruttore e ricettore di nuova era tipica della tradizione Vanatrú.

Nella Völuspá la Völva ricorda e prevede.

To see diventa spá legato soprattutto all’atto della visione durante una delle pratiche sciamaniche di discesa. Intrisa di ricordi.

La völva è spá/kona (veggente) ma è anche vísinda/kona (donna di scienza).

Non troviamo mai la parola “spá” all’interno del canto, ma il termine ég man (io ricordo), che riferito a lei in terza persona man hún (lei ricorda), collega filologicamente all’atto esoterico di cui si menziona:

il ricordo!

Ek man jötna ár um borna,
þá er forðum mik fœdda höfðu;
níu man ek heima, níu íviði,
mjötvið mœran fyr mold neðan.

Ár var alda þar er Ýmir bygði,
vara sandr né sær né svalar unnir,
jörð fannsk æva né upphiminn,
gap var ginnunga, en gras hvergi.

Völuspá (st. 2,3)

 

“Ricordo i Giganti nati in principio,
quelli che un tempo mi generarono.
Nove mondi ricordo nove sostegni
e l’albero misuratore, eccelso,
che penetra la terra.

Al principio era il tempo:
Ymir vi dimorava;
non c’era spiaggia né mare né gelide onde;
terra non si distingueva né cielo in alto,
il baratro era spalancato e in nessun luogo erba.”
(Trad. Stregoneria dei Vani e relativo Fuþark)

 

L’atto della memoria in tal senso, manifesta una pratica di reminiscenza occulta che scatta all’interno del nostro Io Indagatore, attraverso la pratica attiva del Seiðr.

La memoria, va sempre mantenuta vigile, viva, affinché essa stessa divenga monito a ricordare eventi antecedenti a noi, anche se non riconducibili a noi.

 

Questa fazione ethena (etena) sta lavorando da dove archeologi imponenti hanno fondato le basi per il recupero delle radici Vanidís sulla base delle reminiscenze filologiche ed archeologiche della nostra vecchia Europa.

La memoria che ne scaturisce alimenta la concretezza storica degli eventi umani.

Storia che a tal punto non è solo gesta di un attore per un fine, ma altresì muta sulle memorie e sull’idee spesso incompiute, ci permette di ripercorrere il filo conduttore dell’incontro tra magia e stregoneria europea.

Hljóðs bið ek allar helgar kindir,
meiri ok minni mögu Heimdallar;
viltu, at ek, Valföðr!
Vel framtelja forn spjöll fíra,
 Þau er fremst um man.

Völuspá (st. 1)

“Silenzio io chiedo a tutte le sacre stirpi,
maggiori e minori figli di Heimdallr.
Tu vuoi che io, o Valföðr, compiutamente narri
le antiche storie degli uomini quelle che prima ricordo.”
(Trad. Stregoneria dei Vani e relativo Fuþark)

Il risultato sarà un atto collettivo, lo stesso che cerca di smuovere questo gruppo; un atto iniziato dai nostri Avi che fila nelle parole della Völuspá e che si muove nelle tre differenti vie iniziatiche date dalla raffigurazione dell’albero maestro.

(Vedi articolo Le tre vie iniziatiche della Stregoneria Scandinava. )

Dobbiamo rifocalizzare quella nostra memoria collettiva, per non perdere le radici della Vecchia Europa, anche rivendicando e difendendo la purezza dell’atto runico estratto dal Codex inneggiando alla pratica esposta dal passaggio iniziale della Völuspá, per non sporcare mai di altro marciume la pratica runica, propria del popolo Etheno (Æsir e Vanir in egual misura).

Le rune sono patrimonio dell’umanità tutta, poiché chiunque può beneficiare della loro Opera come un atto della tradizione. Ma l’uso delle stesse è intrinseco al risultato del lavoro del popolo etheno, e sono l’atto del ricordo (man hún) della nostra stirpe.

“…in mio favore (per il mio popolo) parola da parola trassi della Parola, in mio favore opera da opera (trassi) Opera.” Hávamál

Il Verbo ed il Sangue del nostro popolo, del popolo di Odino, ha generato opere e Matrix runiche, ed a questo popolo è riconosciuta la gloria e l’ulilizzo delle RUNE

Heil Rúnatýr
Heil Hel/Víti
Heil Súrt

 

Per approfondimenti:
Laugrith Heid, La Stregoneria dei Vani, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Kindirúnar, Le Rune della Stirpe, Il Grimorio Necromantico, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Rún i tre aspetti di una Runa, Anaelsas Edizioni.

 

*Gli “share” senza citazione della fonte sono elemento di querela poiché si ledono gli elementi del copyright sanciti dalla legge italiana*

 

 

Ylenia Oliverio
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Fondatrice e docente dell'Accademia Vanatrú Italia.

Laureata in Filosofia e Storia, Master post Laurea in Beni Archeologici, Master in Preserving and Increasing Value of Cultural Heritage, conseguito a Roskilde (Copenaghen), ulteriore integramento post Laurea
in Scienza dei beni Archeologici.

Archeologo da oltre 13 anni, specializzata in scavo dei cantieri urbani, ha incentrato la sua attenzione verso i culti dell’Europa del Nord e dell'Euroasia durante la sua permanenza nel Canton Ticino per stages formativi al Centro Studi Internazionali Luganesi.

Svolge attività di formazione e informazione, in Italia e in Europa, per la promozione, divulgazione e rivalutazione del Culto Vanico, del Paganesimo puro e degli Antichi Culti dell’Europa ed Euroasia.

Il primo incontro con la Stregoneria Tradizionale è avvenuto nel 1990.

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