Continuano ed emergere i collegamenti con la pratica siberiana e la tecnica della tradizione scandinava di nostra pertinenza. Il rivalere questo legame costituisce la fonte delle nostre ultime ricerche.
Le dirette connessioni tra le pratiche della Siberia e le pratiche Scandinave di tradizione Vanatrú.
Attraverso la calotta di Ýmir, possiamo legare lo schema persistente della raffigurazione della mappa dei mondi per le tribù siberiane, alla manifestazione sui piani orizzontali della grafica della mappa dei “nostri” nove mondi.
Ad ognuno di esso si associa un colore per legare la sua tipologia alla pratica di recupero degli spiriti del luogo.
Muspellsheimr, giallo;
Alfheimr/ (Ljósálfr), bianco;
Vanaheimr, blu;
Goðheimr/Ásgarðr, arancione;
Manheimr/Miðgarðr, verde;
Jötunheimr, rosso;
Svartálfaheimr, nero;
Helheimr, blu scuro;
Niflheimr, viola.
Per la preparazione dei craft ad uso sciamanico, leghiamo questi colori attraverso dei fili che allacciano la tradizione Ethena/Etena di tutta Europa alle connessioni siberiane. I colori così rimasti fedeli alla tracciatura riscontrata, vengono riportate in molte delle definizioni delle nostre pratiche.
Un esempio è nella preparazione della lettura divinatoria attraverso le HelRúnar e la tracciatura della componente natale presente nella preparazione di una delle creature necromantiche che accompagnano la fazione etena della Stregoneria dei Vani.
Queste pratiche hanno come principio base:
Recupero del culto degli Antenati, dei guardiani tutelari, delle cerimonie – per placare le landvættir e consacrare la terra attraverso le pratiche funebri, per scongiurare i draugar – recupero del sacrificio per il proprio patrono (fulltrúi), recupero delle formule magiche per divinare, incantare e maledire.
(Cfr. La Stregoneria dei Vani)
In Helgakviða Hundingsbana I, le Norne arrivano alla nascita di Helgi e intrecciarono il suo destino da eroe.
[…] Secondo una teoria, l’origine della parola Seiðr è «filo filato con una conocchia», e secondo questa, praticare la magia era di tessere i destini come le Norne, tra Org e Wyrd.
(Intreccio dei fili a colore presente anche nella saga delle Orcadi)
(Cfr. La Stregoneria dei Vani)
Come già affrontato i colori della tradizione Vanatrú sono distinti in tre fondamentali, ovvero:
colore rosso, blu e verde, che sono stati considerati particolarmente magici, e legati alla pratica delle völur. A seguire la divisione per colore che si ritrova negli oggetti votivi e da celebrazione:
• rosso, il mistero del sacrificio, la comunicazione diretta con i Divini, canale di riconoscimento stregonico;
• blu, rappresenta la regalità e la visceralità, il mistero della notte più cupa, il mantello della Strega;
• verde, la terra del Miðgarð, patria della Strega, oro dei Vani.
(vedi La Tessitura dei Vani)
Gli altri elementi riproposti in ambito eteno per le pratiche di culto sono:
Nero. Per un etheno il nero è evocativo, è tutela, è vita; tutto l’opposto della connotazione occidentale «contaminata», che vede il nero legato alla morte. Energia forte che racchiude la bellezza è la supremazia dei mondi. Colore legato alla purificazione, alla vita.
Giallo. Potenza del richiamo solare. Connessa a Deità della ruota del carro solare. Per il nord Europa connesso alla pratica esoterica della magia. Il sacro fuoco del sacrificio.
Arancione. Fasi di sviluppo, crescita e passaggio.
Anche i colori per le candele votive e necromantiche (per la pratica Vanatrú) sono particolari, un po’ diverse da ciò che siamo stati abituati a vedere nel panorama pagano, poiché caratterizzano lo sviluppo del bifröst e si allacciano al recupero storico ed archeologico delle stesse pratiche:
– rosso, colore della nascita della vita del seme stregonico;
– arancione,colore del fuoco,dell’aspetto femminile, della fase iniziatica;
– verde, colore del Miðgarð, dei campi, dell’armonia regolare;
– giallo, colore del sole, dei capelli di Baldr;
– blu scuro, il colore del mantello di Odino, il colore del mantello delle Völur, il colore del mare e della morte;
– viola, il colore del silenzio, dell’arrivo dell’oscurità, della vendetta.
L’insieme degli stessi su tracciati dà origine al nero, il colore della conoscenza stregonica.
(Cfr. HelVíti)
La Strega dei Vani utilizza i fili della tradizione scandinava secondo usanza posta nelle pratiche e decantate nei testi di legame siberiano.
La lavorazione dei craft richiede preparazione e rispetto, soprattutto per la delicatezza dei materiali usati, per questo chiediamo di non improvvisarvi ciò che non siete, poiché nel rispetto del lavoro altrui potreste anche voi apprendere nel migliore dei modi le pratiche delle streghe di questa stirpe etena.
Per approfondimenti:
Laugrith Heid, La Stregoneria dei Vani, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Kindirúnar, Le Rune della Stirpe, Il Grimorio Necromantico, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Rún, i tre aspetti di una Runa, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Helvíti Svarturgaldur, Manuale pratico di opera Necromantica Nord Europea, Anaelsas edizioni.
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Ylenia Oliverio
Fondatrice e docente dell'Accademia Vanatrú Italia.
Laureata in Filosofia e Storia, Master post Laurea in Beni Archeologici, Master in Preserving and Increasing Value of Cultural Heritage, conseguito a Roskilde (Copenaghen), ulteriore integramento post Laurea.
Archeologo da oltre 13 anni, specializzata in scavo dei cantieri urbani, ha incentrato la sua attenzione verso i culti dell’Europa del Nord e dell'Euroasia durante la sua permanenza nel Canton Ticino per stages formativi al Centro Studi Internazionali Luganesi.
Svolge attività di formazione e informazione, in Italia e in Europa, per la promozione, divulgazione e rivalutazione del Culto Vanico, del Paganesimo puro e degli Antichi Culti dell’Europa ed Euroasia.
Il primo incontro con la Stregoneria Tradizionale è avvenuto nel 1990.