Le Goff al concetto di memoria afferma che nella società senza scrittura la memoria collettiva sembra organizzarsi su tre livelli:
1) identità di un gruppo che si fonda su certi miti;
2) prestigio di famiglia dominante;
3) sapere tecnico, ovvero in recupero di formule magiche.
Livelli che vanno sempre tenuti sotto controllo per un corretto recupero delle tradizioni. Nella trasmissione orale si possono localizzare dei veri e propri strumenti comunicativi, quali gestualità e memoriali. Una cultura fondata sull’oralità trasmette la conoscenza con il suono, senza la scrittura che veicolizzi il sapere in qualcosa di scritto, chiuso e bloccato in uno spazio percepito dalla vista che limita, a sua volta, ciò che il verbo manifesta.
Come S. Ong afferma la società orale è partecipatoria ed essenzialmente magica. Una tradizione orale ha difficoltà a distanziare l’oggetto dalla partecipazione del soggetto alla percezione del suono e del suo vissuto, in opposizione alla scrittura che spesso si privatizza di scritturalità, dove anche l’oggetto delle percezione è il Sé, la propria psiche.
Lo studio di Ong ha gettato la base per molti innovativi processi di antropologia del ’900, in tema di ricezione e trasmissione delle culture arcaiche, specificando che queste sono culture che viaggiano sui suoni del mito.
Anche Tacito, nel parlare del popolo germanico specifica lo stretto rapporto che coesiste tra resoconto storico/leggendario del mito e la tradizione poetica orale. È con gli studi del romanticismo tra ’700/’800 di ambiente tedesco che autori come Lachmann, sull’osservazione di Wolf, scopre che sulla poesia arcaica e le tradizioni popolari naviga un frutto di un bagaglio culturale tutto ancora in esplorazione.
Lachmann elaborò da qui una teoria di composizione poetica (Liedertheorie) che trovò applicazioni nella raccolta epica del Kalevala.Solo dopo secoli con il lavoro di autori come Parry e Lord si accorpa nella rielaborazione la così definita Oral-formulaic Composition Theory focalizzata sul rapporto oralità e memoriali.
Questo non per avvalorare l’importanza di una tradizione orale rispetto ad una scritta, ma per riuscire a portare una sorta di chiarezza su fondamentali aspetti dell’oralità che non deve mai esser sminuita ne ostacolata rispetto ad un’altra tradizione. La discriminazione della forma orale che nasce nel medioevo dove la chiesa era la sola istituzione in grado di gestire e garantire un sistema elitario di cultura scritta.
Il contrasto oralità vs scrittura dà origine agli “illiterati” ovvero coloro che non conoscevano la scrittura ma tramandavano il loro sapere oralmente, creando sull’oralità una sorta di livello inferiore di sapere. Il numero massiccio di manoscritti redatti in epoca carolingia erano prodotto di scriptoria monastica.
Per la tradizione scandinava, interessata dalla cristianizzazione solo dai sec. IX-X, si generò un corpus per cercare di conservare la tradizione. Per questo obiettivo possiamo riscontrare due caratteri:
1) la cultura letteraria islandese;
2) la cultura prettamente orale danese, svedese e feroese.
La narrazione di storie storico/politiche religiose romanzate e leggendarie come le saghe, la poesia, le liste genealogiche, poemi mitologici ed eroici come l’edda, hanno goduto di un processo di gestazione pre-letterario da non sottovalutare.
Tutta la valenza esoterica di questo popolo lavora sul recupero della tradizione popolare, che racchiude in sé la memoria del gesto e del passaggio misterico fondamentale criptato dalle scritture medievali cristiane. Un ottimo lavoro di recupero non deve mai sottovalutare il verbo ed il gesto della memoria del popolo che ne fa da oggetto, rendendo attiva la scritturalità della memoria arcaica.
Per approfondimenti:
Laugrith Heid, La Stregoneria dei Vani, Anaelsas edizioni.
Heid, Kindirúnar, Le Rune della Stirpe, Il Grimorio Necromantico, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Rún, i tre aspetti di una Runa, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Helvíti Svarturgaldur, Manuale pratico di Opera Necromantica Nord Europea, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Tröld*R: il Fjölkynngisbók. Magia, Stregoneria e Folk Nord Europeo, Anaelsas edizioni.
Per ulteriori informazioni:
Battaglia, I Germani, Carocci Ed.
*Gli “share” senza citazione della fonte sono elemento di querela poiché si ledono gli elementi del copyright sanciti dalla legge italiana*
Fondatrice e docente dell'Accademia Vanatrú Italia.
Laureata in Filosofia e Storia, Master post Laurea in Beni Archeologici, Master in Preserving and Increasing Value of Cultural Heritage, conseguito a Roskilde (Copenaghen), ulteriore integramento post Laurea.
Archeologo da oltre 13 anni, specializzata in scavo dei cantieri urbani, ha incentrato la sua attenzione verso i culti dell’Europa del Nord e dell'Euroasia durante la sua permanenza nel Canton Ticino per stages formativi al Centro Studi Internazionali Luganesi.
Svolge attività di formazione e informazione, in Italia e in Europa, per la promozione, divulgazione e rivalutazione del Culto Vanico, del Paganesimo puro e degli Antichi Culti dell’Europa ed Euroasia.
Il primo incontro con la Stregoneria Tradizionale è avvenuto nel 1990.
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