Di seiðstafr e völ ho già parlato in questo articolo, qui ne vediamo menzione nella Eiríks Saga Rauða, ma perché? Per far notare come nelle saghe non venga prettamente dipinto un mondo fantastico, quanto si è più spesso davanti ad una realtà romanzata e questo l’archelogia lo dimostra sempre più col passare degli anni. Nello specifico, l’autore ci fornisce una descrizione curata della bacchetta della Völva, presumibilmente risalente al XIII massimo, infatti Guðriður dice di essere cristiana, per cui evinciamo che in tale periodo la pratica delle Völur sopravvivesse ancora e non fosse ancora vittima della demonizzazione post-cristianizzazione che in quel periodo aveva già colpito Ulfheðnar e Berserkir.
“A staff she had in her hand, with a knob thereon; it was ornamented with brass, and inlaid with gems round about the knob”
Traduzione:
Un bastone aveva in mano, con un pomello; era ornato con ottone e intarsiato con gemme intorno al pomello.
I reperti di alcune tombe, come quella di Fyrkat (Danimarca), Hordaland (Norvegia) o il tumulo di Oseberg (potete approfondirlo qui http://vanatru.eu/tumulo-di-oseberg ) dimostrano la veridicità delle descrizioni date in questo passo della saga di Erik il Rosso.
Confutato ciò, qualche riga a seguire ci viene data un’altra importante informazione: Þorbjörg portava con sé una grande borsa di pelle in cui teneva i talismani che le erano necessari nella sua saggezza.
“and therein was a large skin-bag, in which she kept the talismans needful to her in her wisdom.”
In questo senso viene spesso rimarcato come il contatto con gli Spiriti e la pratica sia estatica che necromantica della Völva richiedesse innanzitutto protezione, che era ed è la base secondo quindi la tradizione.
Sempre nel capitolo, porterei all’attenzione anche il comportamento tenuto da Þorbjörg che, come abbiamo appena visto, viene definita “saggia”: non appare propriamente come la più propensa a rispondere a domande “fuori tempo” o che giudica comunque fuori luogo, a gentilezze o fronzoli nei rapporti, soprattutto all’inizio emerge una figura composta, risoluta e autoritaria per quel compete il suo ruolo.
Nei prossimi articoli sull’Eiríks Saga Rauða tratterò:
– Legame con Hel e la morte
– Varðlokur
Sigríðr Úlfhildr Bálsdóttir