Tra le tante tribù germaniche, gli Harii sono stati un popolo che apparentemente faceva parte inizialmente della tribù dei Suebi, descritta da Tacito e da Plinio il Vecchio.
Purtroppo, a oggi ci sono arrivate poche informazioni sulla loro cultura, ma quello che abbiamo basta per comprendere l’efferatezza e la paura che persino un grande popolo come i romani avevano nei confronti dei loro guerrieri.
Tacito narra che:
Per quanto riguarda gli Harii, a parte la loro forza, che supera quella delle altre tribù che ho appena elencato, assecondano la loro innata ferocia per abilità e tempismo. Con scudi neri e corpi dipinti, scelgono notti buie per combattere, e per mezzo del terrore e dell’ombra di un esercito spettrale provocano il panico, poiché nessun nemico può sopportare uno spettacolo così inaspettato e infernale. In ogni battaglia gli occhi sono i primi ad essere vinti.
Alcuni storici paragonano questi guerrieri agli Einherjar o a coloro che cavalcheranno Naglfar, e altri teorizzano che questi guerrieri siano stati l’ispirazione per i morti nella caccia selvaggia di Wodan. I romani, ovviamente, sono stati terrorizzati alla loro vista e una connessione con i fantasmi è facile. Del resto, erano incredibilmente spaventati dalle oscure foreste incombenti della Germania, nonché dalle terribili tattiche di guerra delle varie tribù germaniche.
Il loro travestimento ha chiaramente un carattere anche esoterico da non sottovalutare, ma non è certamente questa la sede per disquisirne.
Sicuramente da approfondire in un prossimo articolo.
Per approfondimenti:
Laugrith Heid, La Stregoneria dei Vani, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Kindirúnar, Le Rune della Stirpe, Il Grimorio Necromantico, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Rún, i tre aspetti di una Runa, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Helvíti Svarturgaldur, Manuale pratico di Opera Necromantica Nord Europea, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Tröld*R: il Fjölkynngisbók. Magia, Stregoneria e Folk Nord Europeo, Anaelsas edizioni.
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Federico Pizzileo
Seminarista e docente presso l'Accademia Vanatrú Italia.
Gli studi di linguistica e di filologia germanica universitari gli hanno aperto il mondo verso uno sguardo nuovo alle parole e alle radici europee. Con l'arrivo in A.V.I. ha potuto scoprire la sua origine pagana, entrare nella stregoneria, nell'esoterismo e nell'occultismo e acquisire il metodo di ricerca innovativo.
Oggi, oltre a essere seminarista, si occupa anche della sezione di classi relativa al mito, al rito, alle saghe e al recupero del pensiero dell'uomo antico.