A scanso di false nozioni trapelate in giro nei vari e finti lavori di pseudo gruppi etheni, il Vnatrú, sezione Italia, popone una chiarificazione del concetto-anima, secondo la tradizione:
Anima è Hugr, è soffio divino.
“Nessun uomo deve vestire i panni degli Dei, decifrandone l’attivazione, poiché essa stessa è già attiva e connessa con la pratica stregonica dei Vani”.
Hugr è una parola norvegese.
In altre lingue germaniche e nordiche, si chiama:
(hug) tedesco, germanico (hugiz), inglese (hugu), svedese antico, (hugher, hogher), svedese: (hug, håg), antico danese: (hugh), danese: (hu, hov).
(Hugr è anche inteso come parte della stregoneria dei Vani, nell’atto stregonico oscuro è portatore di morte e vendetta.
[Mál 12; Ö rv II 11 – cfr Ská88: Háv 117 ed a seguire])
“La mente (munr), anche se un concetto separato, fa parte del soffio vitale chiamato hugr, che sarebbe meglio descritto come anima o spirito. L’hugr era l’essenza stessa dell’essere di un individuo che potrebbe separarsi dal corpo a piacimento (unito alla fyljia) per poi ritornare, nelle pratiche necromantiche dei Vanir.
La mente (munr) è parte dell’hugr ed è già attiva perché forma di una Matrix che compone l’essere umano. L’hugr, con munr, lascia il corpo (líkami) definitivamente solo alla morte.”
Piccole chiarificazioni:
Lik: corpo e materia fisica manifesta connesso al Miðgarð;
Önd: respiro (il signore del respiro vitale Odino, da l’essenza vitale all’uomo in tre fasi: respiro elevato, della terra e del regno di sotto) questa una pratica sciamanica di matrice germanica che permetteva la pienezza dell’essere; una pratica difficile poiché l’uomo in se, ha solo un respiro attivo alla nascita.
Hugr: (relazionata al munr (mente/memoria)) è l’intelletto inteso come soffio divino donato dagli Dei all’uomo che ne sappia fare buon uso. Legato alle forme di Fylgjur ed Hamingja, nonché del Hamr (inteso come energia del sè, forma vitale);
“Nella terminologia della Isnardi in “I Miti Nordici”, l’associare lo stesso Hugr, a centro dell’essere, non è da relazionarsi all’essere inteso come essenza del sè, poiché questo “sè” corrisponde all’Hamr“.
Bisogna fare un preciso appunto filologico del temine ‘essere’ per il popolo scandinavo, che la stessa autrice chiarisce a seguire dell’articolo pubblicato.
Questa forma da lei espressa come “essere”, altro non è che lo sposalizio di tre forme: mente, intelletto e ragione.
L’essere inteso in triade forma scandinava, é creato dal soffio divino che traspira la forma vitale donata da Vili, fratello di Odino.
La forma di “soffio divino”, dissociata dall’uomo, la troviamo relazionata all’ambiente esterno: come vento (azione dei trölls e jötunn).
Vard: la doppia anima, disconnessa dal corpo alla morte, possiamo definirla come corpo astrale (stessa concezione di fantasma, stessa forma del familio necromantico vedi articolo Draugur);
Od: estasi, viaggio estatico (da lavoro di pratica sciamanica, estasi stregonica) è questo che va attivato nella pratica sciamanica.
Molti soggetti in Italia, hanno confuso le forme sciamaniche scandinave con incerte forme di “sciamanesimo” raccolto nelle varie documentazioni delle ritualistiche celtiche, intendendo quelle tecniche di “celtismo” (esistente forma postmoderna di pratiche neodruidiche che compongono la così detta prassi di neopaganesimo, in voga in quest’ era tra le forme wiccan, ma di scarsa connotazione storica), con annesse pratiche di connessione con la natura.
La pratica sciamanica del popolo del nord ha una fitta relazione con le forme che compongono l’anima e con i morti, ed è per questo che la stessa è una pratica necromantica.
Non ha nessuna relazione con gli spiriti naturali che popolano i mondi, se non Dísir ed Elfi oscuri (v
Per approfondimenti:
Laugrith Heid, La Stregoneria dei Vani, Anaelsas edizioni.
Laugrith Heid, Kindirúnar, Le Rune della Stirpe, Il Grimorio Necromantico, anaelsas edizioni.
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